progetto FIGLIE DELLA GUERRA
Un viaggio, un incontro, una storia. La nostra.
di e con Laura Pece e Stefano Greco
Musiche e Canzoni Stefano Greco – partecipazione musicale Julius Cordioli.
√ In residenza a Lugnano in Teverina/Guardea/Montecchio
Restituzioni/spettacolo:
Montecchio venerdì 18 novembre h 21 sala polivalente
Guardea domenica 20 novembre h 18 oratorio.
Fotogallery tra Montecchio e Guardea, foto di Rossella Viti e Roberto Giannini
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OrvietoSi . OrvietoNews . UmbriaLeft . NewsTuscia . Parks.it . ProvinciaTerni
AtlantideMagazine . Dramma.it . Comunicato Stampa 18/20 nov
Figlie della Guerra, ispirato al libro I Treni della Felicità di Giovanni Rinaldi, è la trasposizione teatrale di una bella pagina della storia sommersa, un’esperienza umana, un’incontro, un viaggio in cui trovarsi e riconoscersi. I figli e le figlie della guerra sono i bambini che sopravvivono ai conflitti e che cercano una speranza, ma sono anche gli adulti che hanno la responsabilà nei confronti delle nuove generazioni di costruire ponti e non barriere. I treni della speranza, o della felicità, come vennero definiti dal sindaco di Modena, fu una complessa organizzazione portata avanti dalle donne del Partito Comunista prima e dell’UDI poi, sostenute dalle Anpi di tutta Italia, dalle amministrazioni locali e singoli cittadini e comitati. Così fu, che dal 1946 al 1952 vennero ospitati, e quindi salvati dalla fame e dai lunghi inverni, più di 100.000 fanciulli tra i 3 e i 12 anni, permettendo loro di avere una speranza, una possibilità. La trasposizione teatrale di questa storia nasce dalla voglia e volontà di raccontare un’ esperienza colelttiva, una vicenda che ci parla del superamento dei pregiudizi e delle discriminazioni, attraverso la solidarietà umana, scaturita non per obblighi di partito o di religione, ma semplicemente perchè lì, dove c’è una crisi, l’unica possibilità è il sostegno reciproco. Storie e racconti che possano traghettarci altrove, ancora oggi, oltre le nostre barriere fisiche e mentali. Riflessi, immagini, ombre e ricordi. Tutto svanisce nel tempo. Resta solo l’esperienza umana. Resta solo un’ immagine. Il nostro lascito. Quello che siamo. Il lavoro scenico si basa su quadri che narrano le varie tappe di questa vicenda legate dal protagonista, Peppino, figlio della rivolta dei contadini di San Severo, salito su uno degli ultimi treni in partenza per la speranza. Immagini che spezzano la parola; luce, ombre e suoni che diventano ricordi; Il canto, il codice di commedia dell’arte e un buon allenamento all’improvvisazione danno spazio al respiro del sorriso.
Il testo è inedito e le musiche composte appositamente per lo spettacolo.
Teatri della Viscosa ringrazia il Centro Universitario Teatrale C.U.T. La Torre e Circo Verde e Verdecoprente Re.Te. 2016
12 ottobre incontro con le classi seconde della scuola media di Guardea,
sala del Dominio collettivo.
ph_roberto giannini e rossella viti
Teatri della Viscosa nasce a Roma nel 2011 dall’incontro artistico di Laura Pece e Stefano Greco. Già peregrini nel campo del teatro, da quello per ragazzi al teatro di strada, ci nutriamo della commedia dell’arte, facendo di essa strumento attraverso il quale si dispiega, in differenti tempi, il nostro apprendistato e successivamente la nostra crescita artistica. Gli interessi e le competenze tecniche di palcoscenico, di video e post produzione audio/video ci permettono di ampliare il nostro raggio di comunicazione, esperienza creativa e lavorativa. Teatri della Viscosa nasce dal basso, dalla realtà che ci appartiene, da una continua necessità di evolvere ed essere parte di un processo che non intende chiudersi dentro un ingranaggio arrugginito, bensì oliarlo, modificarlo o scardinarlo ma che esista per rispondere alle esigenze concrete e non del mercato.
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