concerto per Gu-Zheng ed altri strumenti antichi
di e con Marco Schiavoni
produzione Mimo Danza Alternativa
sabato 15 giugno h 17.30 Amelia
museo civico Pinacoteca E. Rosa | piazza Augusto Vera 10
biglietto € 5 | prenotazioni 327 2804920
Il concerto è costruito sulla fusione e l’ispirazione di due culture lontane nel tempo e nello spazio. La filosofia del Tao (WuXing) e la cultura musicale etrusca.
La prima parte del concerto è una sintesi di “Dodici Soltanto Ancora”, produzione creata per il Festival “Notturno Etrusco”, Tarquinia, 1997. Per gli Etruschi la musica era importante. Dagli affreschi delle tombe etrusche e dai vasi è stato possibile ricostruire quali strumenti fossero usati. Aerofoni (Aulos), spesso doppi. E anche cetre e lire, con corde in metallo. Tamburi di bronzo, sonagli. Nella cultura etrusca c’era molto rispetto per il mondo animale. Per costruire buona parte degli strumenti di quell’epoca era evitato l’uso di parti animali. Niente flauti di osso, le corde per gli strumenti non erano di budello, mentre per i tamburi venivano usati materiali alternativi alla pelle di bue.
In questa prima parte del concerto sarò accompagnato dalla presenza sonora e visiva del m° Tullio Visioli, compositore e flautista, che partecipò alla creazione della suite etrusca. Oltre ai brani creati per Notturno Etrusco presenterò un breve frammento di “Antigone”, musica composta nel 1993 per la coreografia di Elsa Piperno. Il Gu-Zheng sarà accordato in un misto di due modi greci, il Frigio e l’Eolio.
Nella seconda parte il Gu-Zheng sarà accordato nella classica scala pentatonica cinese, alternando le due tonalità principali, do maggiore e fa maggiore.
La drammaturgia musicale del “Tao della Danza”, lavoro creato con la coreografa Yang Yu-Lin nel 1992, si sviluppa materializzando in forma sonora i cinque elementi del Tao: terra, legno, fuoco, metallo e acqua.
Terra: ocarine e flauti di terracotta, GuZheng con arco (do maggiore)
Legno: flauti in bambù e legno (re minore)
Fuoco: GuZheng suonato con bacchette di legno, arco (fa maggiore)
Metallo: piccolo gong cinese, campane tibetane, sonagli (atonale)
Acqua: vasca d’acqua sonante. GuZheng suonato con dita e plettri (la minore)
Il brano conclusivo del concerto è “Moriana-la città del Gran Khan” dal balletto “Marco Polo”.
Musica creata nel 1992 per la coreografia di Luciano Cannito, produzione del Teatro San Carlo di Napoli. Balletto ispirato dal libro di Italo Calvino “Le città invisibili”. Primo brano in cui ho utilizzato il Gu-Zheng.
Gli strumenti utilizzati nel concerto
GuZheng
strumento musicale tradizionale cinese. Nato nel 475 a.c. nel tempo venne modificato. Questa cetra veniva originariamente utilizzata nelle orchestre che suonavano alla corte imperiale. Il corpo principale del Guzheng è costituito da una cassa armonica rettangolare in legno Wutong, sulla cui parte superiore sono tese le corde, legate attraverso i 2 ponti alle estremità del corpo. Il ponte dell’estremità di sinistra è costruito a forma di S mentre sul lato destro è diritto e sostiene nella parte inferiore i perni di sintonia per stringere o allentare le corde. Il Guzheng che userò per il concerto, acquistato in Cina nel 1990, è il più grande, con 21 corde di acciaio ricoperte di seta. I ponti mobili permettono di usare diverse accordature..
Ocarine
per il concerto saranno suonate alcune ocarine provenienti dal sud America.
Saz
strumento a tre corde doppie, originario dei paesi mediterranei. Il saz usato per il concerto è la versione greca, con manico tastato, cassa in legno di ciliegio e manico in ebano. Le corde sono di acciaio temperato.
Gong, piatti, campane
piccoli piattini e gong realizzati a mano da artigiani cinesi. Campane tibetane di medio formato. Gong coreano.
Vasca d’acqua amplificata
I suoni dell’acqua saranno amplificati e rielaborati elettronicamente.









Marco Schiavoni
Nato a Roma nel 1961. Figlio di Fidia, esperto di musica lirica/sinfonica, archivista della Rai negli anni sessanta. Autodidatta, a 17 anni inizia a lavorare come pianista improvvisatore nei locali di Trastevere. Nel 1979 incontra Aurelio Gatti e Hal Yamanouchi per i quali produce la sua prima colonna sonora per uno spettacolo di mimo-danza. Negli anni successivi scriverà, produrrà e arrangerà centinaia di colonne sonore destinate alla scena, lavorando con la maggior parte dei coreografi italiani attivi in quegli anni vivaci (1981-2001). Ha ampliato il suo repertorio componendo in seguito musiche originali per prosa, spettacoli per ragazzi, documentari e film, tra cui “Senza parole”, cortometraggio candidato al premio Oscar nel 1997 e vincitore del Premio Donatello 1997. Ha composto musiche commissionate da RadioTre, Notturno Etrusco, RaiUno, oltre a partecipare come performer e concertista in Festival musicali italiani e internazionali. Principali autori/enti di produzione per i quali ha composto musiche originali: Fabrizio Monteverde (Teatro alla Scala di Milano, Teatro San Carlo di Napoli, Fondazione Arena di Verona, Balletto di Toscana, Maggio Musicale Fiorentino), Luciano Cannito (BATDOR Dance Company di Tel-Aviv, Balletto di Napoli, Balletto di Roma, Fondazione Teatro Nuovo per la Danza di Torino, Teatro San Carlo di Napoli), Dino Verga (Aton Dino Verga Danza, Asmed), Aurelio Gatti (MDA), Luca Bruni (Oplas Teatro), Milena Zullo (Balletto di Roma), Mauro Astolfi (Spellbound Dance Company), Denys Ganio (Balletto di Milano), Anita Bucchi (Balletto ’90), Alessandro Vigo (Balletto di Roma, Balletto ’90), Loris Petrillo (Astra Roma Ballet di Diana Ferrara), Marco Brega (Danzare la vita di Elsa Piperno), Gabriella Borni (Balletto di Sardegna), Rossella Fiumi (Alef Danza Teatro), Cornelia Wildisen (Ente Lirico di Cagliari), Gihan (Teatro Nazionale di Ankara). Significativa l’esperienza con la “Nuova Opera dei Burattini” di Maria Signorelli, compagnia per la quale ha creato le colonne sonore di tutte le produzioni dal 1986 al 2006; In quegli anni con la Nuova Opera ha partecipato a festival internazionali di Burattini e di Teatro di Figura in Cina, Egitto, Tunisia, Pakistan, India, Sudamerica, avendo l’occasione di conoscere da vicino aspetti musicali di più continenti. La sua collezione di strumenti etnici è il frutto di questi anni di viaggi.
Dal 2010 vive e lavora a Spoleto, dove tutti i materiali prodotti e raccolti in oltre quarant’anni di attività sono raccolti in un unico studio laboratorio archivio.
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